Trenta chilometri sotto lo sguardo imponente e immobile della Majella. Paesaggi aspri e lunari lassù, faggete e pascoli più vicini, al bordo della strada che da Cansano ci porta in dolce pendenza all’altopiano di Pescocostanzo, ampia vallata punteggiata di masserie e pascoli. Muggiti e campanacci riempiono il paesaggio sonoro.
Più passano i giorni e si avvicina ferragosto, più diventa difficile trovarsi un ricovero per la notte. A Pescocostanzo non un buco. Ci fermiamo così nella campagna a tre o quattro chilometri dal paese al bell’agriturismo Primo Campo. Govanni e sua moglie, gentilissimi, ci accolgono, organizzano cena in paese e reperimento viveri. La fatica della tappa è tanta, ma la visuale sul monte Rotella e la valle che s’incontra dalla finestra della stanza ripaga lo sforzo.
Dopo una lauta cena ci intratteniamo in chiacchere con l’ospitalero. Ci offre qualche amaro e noi gli raccontiamo cosa stiamo facendo e dove siamo diretti. Lui ascolta curioso e poi suggerisce qualche alternativa. Incontri.