«Lo sguardo geografico ricerca continuamente punti di vista da connettere e confrontare. Il vecchio e il nuovo, il lontano e il vicino, uno sguardo capace di cogliere la complessità del presente e di farci capire perché le cose vanno in un certo senso. Si tratta di una disciplina del dialogo, tra saperi e punti di vista diversi. Sapere da che parte si è orientati significa sapere da dove si viene e dove si è diretti. Quando la direzione ci è nota possiamo scegliere se è quella che fa per noi o possiamo rinunciarvi e cambiare strada.»
Se son cose che vi suonano familiari, è normale: si tratta di un’autocitazione. Non che sia diventato matto, semplicemente mi hanno fatto delle domande e io ho risposto.
Una specie di sintesi – al contempo utopica e onesta – del senso che attribuisco alle cose che tento di fare ogni giorno. Voi che ogni tanto leggete queste pagine potreste annoiarvi: son cose che dovreste sapere già. Ah, e sono felicissimo di aver citato Paola Turci.
Ringrazio Monica Di Maio che per UrbanoCreativo cura la rubrica dedicata ai “geografi”, qui trovate tante altre interviste da leggere.