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Bauman a Lecco

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Non ero certo di incontrare di persona Bauman. Domenica a Lecco, all’alba dei suoi 90 anni, ho potuto incontrarlo, ero emozionato. Le sue pagine in questi anni sono state una lettura costante, sempre fonte di spunti di pensiero e comprensione di quello che mi e ci accade attorno. Uno di quelli che metto tra i punti di riferimento. Che spiego ogni anno in classe.

Nella conferenza, di cui ho scritto per Vorrei, non ha detto granché di nuovo, cose di buon senso, che oggi suonano come bussola, dopo gli ennesimi attentati e i fiumi di inutili parole che ne stanno seguendo.
Mi hanno colpito, più dei contenuti, i modi: la semplicità, la chiarezza, la disponibilità e l’entusiasmo. Pur stanco dall’incontro di quasi due ore, all’uscita Bauman si è fermato a parlare con tutti, giornalisti, studenti, anche a tu per tu.
Un esempio.

Il pericolo percepito e la paura reale

In questi anni di certo la paura per la criminalità si è diffusa molto, spesso associandosi nel discorso pubblico al fenomeno migratorio con un’equazione piuttosto semplice: più immigrati, più reati sul territorio. I dati però, spiega Cornelli, dicono altro:  «L’aumento dei reati in Italia è avvenuto in un periodo in cui i flussi migratori erano minimi e quasi tutti legati a  comunità consolidate: i filippini che svolgevano mansioni domestiche durante gli anni ottanta, per fare un esempio. Negli anni Novanta cresce il numero degli immigrati, ma in un panorama in cui il numero di reati diminuisce o resta stabile. Ad esempio, in quegli anni assistiamo a una sensibile diminuzione degli omicidi».

Elia Aureli di CambiaMenti con Cornelli
Elia Aureli di CambiaMenti con Cornelli

Un nuovo articolo scritto per Vorrei propone l’analisi di Roberto Cornelli, criminologo della Bicocca, che indaga il rapporto tra percezione collettiva e politiche di ordine pubblico.

 

Il numero di reati in provincia segue un trend regressivo

I dati emersi dall’annuale relazione del Prefetto sull’attività delle forze dell’ordine in provincia di Lecco ci parlano di una situazione che sostanzialmente conferma l’andamento degli ultimi anni e, anzi, vede il numero complessivo di reati in attenuazione. Stando al confronto 2008-2009, in provincia cresce il numero delle violenze sessuali e dei danneggiamenti, mentre diminuiscono tutte le altre tipologie di reato.

Attendevo questi dati perché ci permettono di validare una considerazione più volte proposta in queste pagine: i toni allarmistici utilizzati ripetutamente dai giornali o da esponenti di gruppi o partiti, che evocano il dilagare della microcriminalità, sono pura strumentalizzazione che non aiuta a riflettere sui problemi con oggettività. Con questo, attenzione, non si vuol negare l’esistenza dei problemi legati alla sicurezza – che, infatti, ogni anno, nei limiti delle forze e delle risorse a disposizione, vengono affrontati (si pensi solo al costante ampliamento dei sistemi di videosorveglianza o alla razionalizzazione degli interventi di pattugliamento) –, ma proporre un’altra chiave di lettura e invitare ad abbassare i toni evitando la diffusione di inutili tensioni.